Le parafilie e i disturbi parafilici: cosa sono
Il termine parafilia denota un qualsiasi interesse sessuale intenso e persistente diverso dall’interesse sessuale per la stimolazione genitale o i preliminari sessuali con partner umani fenotipicamente normali, fisicamente maturi e consenzienti. L’eccitazione sessuale viene dunque stimolata in modo ricorrente da oggetti inusuali o da inusuali attività sessuali.
I disturbi parafilici sono invece un gruppo di disturbi della sfera sessuale che appartengono alla vecchia categoria diagnostica dei disturbi sessuali oggi non più utilizzata. Infatti oggi costituiscono un gruppo a sé stante di disturbi.
Parafilie e Disturbi Parafilici: quale differenza?
Non sempre chi presenta una parafilia soffre di un disturbo. Il disturbo parafilico infatti si rileva nel momento in cui:
- una parafilia causa disagio o compromissione della vita quotidiana
- una parafilia rischia di arrecare danni o arreca danni a se stessi e/o agli altri.
La parafilia è una condizione necessaria ma non sufficiente per avere un disturbo parafilico: se un individuo infatti soddisfa solo il primo criterio, ma non il secondo, allora si potrebbe dire che l’individuo ha una parafilia, ma non un disturbo parafilico.
Per diagnosticare un disturbo parafilico, inoltre, il DSM 5 prevede che l’individuo:
- viva con disagio e angoscia la propria parafilia e che il disagio e l’angoscia non siano dovuti semplicemente alla disapprovazione sociale
- _oppure_ abbia un desiderio e/o comportamento sessuale che comporta un disagio psichico, danni fisici o la morte di un’altra persona
- _oppure_ nutra desiderio per comportamenti sessuali che coinvolgono altre persone non consenzienti, incapaci di dare un valido consenso o coinvolte a loro insaputa.
Quali sono i disturbi parafilici?
Il DSM5 elenca i disturbi parafilici più comuni e/o che, a causa della loro nocività e potenziale danno ad altri, sono classificati come reati penali. In realtà i disturbi elencati non esauriscono l’elenco di possibili disturbi parafilici (sono state identificate e nominate infatti molte altre dozzine di parafilie distinte, e quasi tutte potrebbero, in virtù delle sue conseguenze negative per l'individuo o per gli altri, raggiungere il livello di un disturbo parafilico). I disturbi elencati nel DSM-5 sono:
Trattamento dei disturbi parafilici
Gli interventi terapeutici dei disturbi parafilici implicano l’integrazione tra psicoterapia e terapia farmacologica.
Tra gli approcci psicoterapeutici più efficaci rientra anche la terapia cognitivo comportamentale, utile a modificare i pensieri sessuali disfunzionali, i comportamenti e le emozioni che si attivano di fronte a una specifica situazione, proponendo anche training di abilità sociali-relazionali e di autoregolazione degli impulsi.
Cause dei disturbi parafilici
Diversi fattori possono portare allo sviluppo di un disturbo parafilico (es. fattori genetici e neurobiologici, come la possibile disregolazione dei livelli ormonali, o fattori esperienziali e ambientali vissuti nei contesti di vita significativi, come abusi, traumi e maltrattamenti psicologici, fisici e/o sessuali subiti soprattutto durante l’infanzia).
Bibliografia
- Fenelli A., Lorenzini R., Clinica delle disfunzioni sessuali, Carocci, Roma, 1999 (1° edizione 1991).
- Dèttore D. La terapia sessuale. In Galeazzi A., Meazzini P. (2004), Mente e comportamento. Trattato italiano di psicoterapia cognitivo-comportamentale. Giunti Editore: Milano.
- Kaplan, H.S. (2000). Disturbi del Desiderio Sessuale. Mondadori.
- Boscia, F., Simoncelli, C. (1997). Diagnosi e trattamento delle disfunzioni sessuali. Franco Angeli: Milano.
- Redazione (n.c). Parafilie. State of Mind